Il cerchio dell'anima

Pietro De Luigi on web

 

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Il cerchio dell’anima

Una sera d’estate, sul tardi, stavo pensando alle favole di Esopo. Poi andai a letto e mi addormentai. Sul finir della notte, poco prima dell’alba, ebbi un sogno: ero a Sparta o ad Atene (non ricordo) in una palestra all’aperto, su di un prato erboso pieno di lottatori e ginnasti nudi (anche femmine... Non vi dico che corpi! uno schianto!). Lì mi venne incontro un Greco antico. Era Esopo che, tutto allegro e sorridente, mi disse di trascrivere questa sua poesiola per i bambini del mio tempo, cioè del duemila. Io stentavo a capire il senso di tutte le sue parole, e lui ne rimaneva sorpreso. Non gli pareva possibile che nel duemila ci fosse gente così ignorante e zuccona come me. Poi si convinse che ero un barbaro, tant’è vero che rimanevo vestito, in palestra, e non nudo come loro, nonostante facesse caldo (i Greci infatti prendevano in giro i barbari per questo motivo). E così si fece una ragione della mia ignoranza, pensando di aver incontrato un barbaro incivile, zoticone, testa di legno e mezzo analfabeta. Mi disse anche che forse non capivo perché, come non sapevo mettere a nudo il mio corpo, così non sapevo mettere a nudo la mia anima. Poi mi dettò i suoi versi, e mentre li recitava mi indicava anche le parti di un disegno colorato. Eccovi la poesia e il disegno (ho cercato di ricostruirli come ho potuto).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La nostra anima è come un gran cerchio,

le sue parti son le nostre qualità.

Non stan però tutte insieme confuse,

ma una di qui

e un'altra di là.

Il pensiero non sta col sentimento

ma alla sensazione il braccetto dà;

e se può, anche all'immaginazione.

E questa non ama la sensazione

ma solo il pensiero e il sentimento.

Il sentimental troppo paciugone

darà alla verità poca attenzione,

e quello vanitoso e fanfarone

si nasconderà dietro alla finzione.

Il pensiero è quando si pensa

che la realtà sia così e cosà:

se bene lo userete

vi dirà la verità.

Ma se pensi con aria troppo seria

compirai alfin qualche cattiveria.

Il sentimento ti indica sempre

ciò che può farti bene

o non giovarti a niente,

i peccati di cui uno si pente.

La sensazione va dritto alle cose,

le tocca, le nasa,

le gusta e le sente

ma non si immagina proprio mai niente.

Chi solo immagina, le cose nasa,

le tocca, le ode,

le vede anche ma...

non sente un bel niente:

beato e contento in sé ritrova

tutte le cose e pigro riposa.

Le qualità sono anche funzioni:

posson lavorar e far previsioni.

Sarebbe meglio mandarle d'accordo,

non far scappare continue occasioni

per affinare virtù e qualità:

così a chi insieme saprà farle stare

vorran donare vantaggi e bontà.

Prendi le cose con buon sentimento:

le ordinerai con moderazione

e temperandole in ogni momento

scaccerai l'avida esagerazione.

Se invece le pensi con attenzione

giudicherai con molta perizia,

temerai forse la bruta aggressione,

raggiungerai la calma giustizia.

Con vero pensier e immaginazione

dottori astuti conquistan sapienza,

con sentimento e immaginazione

accendi il coraggio, rischi violenza.

Insomma, a tutti devi accordare

come a cavalli il giusto foraggio;

lancia e corazza dovrai temperare

se vuoi sapienza, giustizia e coraggio.

Impara tutto con giusta misura,

ogni tua azione esegui con cura:

armati ben per la lotta più dura,

questa di tutte è la guerra più pura.

Vai a: Il leone e il topolino

 

 

 

 

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